Documento finale III Assemblea Generale dell'ISO
Chiamate a servire Dio, la Chiesa e le Anime secondo il carisma di Don Orione
Conclusa la terza Assemblea generale si inizia, per l'Istituto Secolare Orionino, un cammino importante. È il cammino di un nuovo sessennio di governo, con un programma di vita da mettere in pratica in maniera intensa, facendo tesoro di una storia rilevante e di una tradizione già significativa.
Il riferimento più importante, per il programma di vita della Consacrata Secolare, è quanto predisposto dalla Regola di Vita. "Quanto bene si può sperare da chi cammina osservando la Regola nella carità, camminando diritti per la diritta via del Signore, e portati dallo Spirito del Signore, là ove vigoreggi la carità di Cristo" (Lo Spirito di Don Orione, vol. VIII, p.49).
Sono parole che Don Orione ha rivolto ai suoi religiosi nel 1922, ma che, per chiarezza e significato, possono essere applicate, in modo particolare, alla situazione dell'Istituto Secolare, oggi.
Fondamentalmente, Don Orione sta dicendo che, se una Consacrata vuole veramente "camminare secondo lo Spirito", non vi è un'altra strada che quella, semplice e diritta, tracciata dalla Regola di Vita.
Da questo punto di vista l'Assemblea non ha "prodotto" e non poteva produrre nessuna innovazione. La solidità delle sue proposte e delle linee di azione, che questo sussidio intende far conoscere, ha la sua sorgente nel testo della Regola di Vita, la cui ragione di essere è promuovere "l'assimilazione e la pratica del Vangelo, secondo il particolare carisma di Don Orione" (cf. RV 119).
Comincia adesso, dopo l'Assemblea, il "tempo della novità", cioè, della "traduzione" del testo nella vita di ciascuna, in modo tale che i suggerimenti, gli orientamenti e le linee di azioni, diventino decisioni e scelte concrete al livello generale e di regione, ma soprattutto al livello personale e di gruppo locale. In sintesi, ecco la novità, il documento dell'Assemblea non è solo un testo da leggere, ma un fattore stimolante per una qualità nuova e originale di vita consacrata, secolare, orionina.
L'esperienza dell'Assemblea è stata una grande grazia, un immenso dono del Signore. Si sono sperimentati, in quei giorni, momenti di intensa e sincera gioia, per il semplice fatto di stare insieme, in un bellissimo luogo di preghiera e di pace, in compagnia dei giovani eremiti brasiliani. Si è sperimentata inoltre la presenza e la guida dello Spirito Santo, perché tutte erano coese nell'unico obiettivo di promuovere il bene dell'Istituto, con unità di intenti e di atteggiamenti concreti.
L'analisi della realtà dell'ISO, con l'aiuto anche degli elenchi e dei dati statistici e con la lettura e sintesi degli studi che sono pervenuti dalle regioni, ma anche individualmente, ha visto i membri dell'Assemblea impegnati a proporre degli orientamenti che possono aiutare l'Istituto a rivitalizzarsi e a ristrutturarsi, perché possa realizzare il suo fine primario e generale di "santificare i suoi membri, mediante l'osservanza dei consigli evangelici" (RV1). Tuttavia, l'orientamento più sensato e originale, la decisione più prudente e adeguata, saranno efficaci solo se nel dopo-Assemblea, nel tempo dell'oggi, si svilupperà un processo di conversione nei vari livelli, personale e di gruppo, regionale e generale.
A riguardo è stato significativo il momento dell'informazione sul gruppo polacco.
In una presentazione elettronica, preparata in precedenza, si chiariva, quasi ingenuamente, che quel gruppo, attualmente già numeroso di giovani, è nato quando la prima polacca, Ewa, ha deciso di consacrarsi nell'ISO. Questa informazione, per certi aspetti ovvia, metteva in evidenza la centralità e l'essenzialità di una decisione personale, di un passo compiuto. Alla fondazione del gruppo polacco non ci fu un decreto, una lettera, uno scritto, ma una decisione personale, un "Eccomi!" pronunciato, prima nel silenzio del discernimento interiore e poi reso noto con decisione e fede, con entusiasmo e fiducia. Questi stessi sentimenti devono impegnarci adesso in questa fase del dopo-Assemblea.
Le notizie di sviluppo nella Polonia, di nascita dell'Istituto in Africa e specialmente di consolidamento in altre zone orionine nel mondo, hanno suscitato l'entusiasmo del Superiore Generale, don Flavio Peloso, che ha proposto, alla conclusione dell'Assemblea, due altissimi e importanti traguardi per l'Istituto. Il primo è quello di far nascere l'ISO in tutti i luoghi di presenza orionina ("La famiglia orionina è completa dove si può contare anche la presenza dell'ISO!"). Il secondo traguardo è ancora più solenne e ci impegna tantissimo: avviare prima della fine di questo sessennio il processo presso la Santa Sede per il riconoscimento pontificio.
Con questo annuncio, che impegna e incoraggia, si è invitati a prendere conoscenza delle conclusioni della terza Assemblea Generale.
Tale sussidio è suddiviso, come si può rilevare, in quattro ambiti più uno (4 + 1), che sono gli stessi ambiti di riflessione dell'Assemblea: I) La nostra identità come consacrate, secolari, orionine; II) Vita Interiore - Formazione; III) Vita di Comunione - Comunicazione; IV) Vita Apostolica - Impegno Vocazionale; V) Altri temi.
Ciascuno di questi ambiti avrà la seguente struttura di presentazione: una riflessione per individuare il contenuto tematico; una breve analisi della realtà dell'Istituto e, finalmente, la proposta di alcuni orientamenti e linee di azione. Per quanto riguarda tali linee di azione e orientamenti l'Assemblea, tenendo conto che sono state condivise specialmente nel momento di presentazione al plenario dei lavori dei gruppi, ha ritenuto di non dover votare separatamente ciascuna ma dare un'approvazione generale e unanime a tutte.
Toccherà ora alla Responsabile Generale e al suo Consiglio proporre, durante il sessennio, opportune dinamiche di applicazione di questi orientamenti, perché l'Istituto "possa svilupparsi e compiere la propria missione nel mondo". "Ave Maria e avanti!"
I - La nostra identità come consacrate, secolari, orionine
Secondo il Codice di Diritto Canonico, "L'Istituto Secolare è un istituto di vita consacrata in cui i fedeli, vivendo nel mondo, tendono alla perfezione della carità e si impegnano per la santificazione del mondo, soprattutto operando all'interno di esso" (Can. 710). Sono tre, pertanto, gli elementi costitutivi degli Istituti Secolari: la secolarità, la consacrazione e l'impegno apostolico.
Un altro elemento di identità viene assunto, in modo specifico, nella scelta di consacrarsi a Dio nell'Istituto Secolare Orionino che si riconosce unito, "per origine e carisma", alla Piccola Opera della Divina Provvidenza, venerando San Luigi Orione come fondatore, padre, maestro e intercessore. L'orioninità è, pertanto, un quarto elemento di identità per le Consacrate dell'ISO. "Secolarità" significa che la Consacrata "è" laica e deve "restare" laica, impegnata nel promuovere i valori secolari propri e specifici del laicato.
Diceva il Papa Paolo VI, nel 1972, che "l'essere nel mondo, cioè essere impegnate nei valori secolari, è il modo di essere Chiesa e di renderla presente, di salvarsi e di annunziare la salvezza. Pertanto, la condizione esistenziale e sociologica delle Consacrate diventa una realtà teologica, è la via per realizzare e testimoniare la salvezza. Le Consacrate Secolari sono così un'ala avanzata della Chiesa ‘nel mondo'."
Tuttavia, "l'essere Chiesa" come laiche impegnate nel mondo viene radicalizzato mediante una forma di consacrazione che spinge ad una opzione fondamentale per la vita, secondo lo spirito delle beatitudini evangeliche. In questo modo la laica è "realmente consacrata" e "realmente nel mondo": è nel mondo e non del mondo, ma per il mondo. Secondo le parole del Papa Paolo VI, l'Istituto Secolare "è una forma di consacrazione nuova e originale, suggerita dallo Spirito Santo per essere vissuta in mezzo alle realtà temporali, e per immettere la forza dei consigli evangelici - cioè dei valori divini ed eterni - in mezzo ai valori umani e temporali". Come Orionine secolari si è scelto di consacrarsi a Dio, "secondo le leggi della Chiesa e nel solco caritativo di San Luigi Orione". Questa nota di identità - l'orioninità - dona un carisma da custodire e da vivere con fedeltà creativa realizzando in questo modo il fine particolare dell'Istituto che è quello di "collaborare da umili figlie della Divina Provvidenza per portare i piccoli, i poveri,il popolo alla Chiesa e al Papa, per "Instaurare omnia in Christo", mediante l'esercizio della carità" (Regola di Vita art.1).
La nostra realtà
L'ISO fa parte di una Famiglia religiosa (sacerdoti, suore, Movimento Laicale...).Questa è una grande grazia perché non ci dà solo una identità, un carisma e una missione, ma ci aiuta anche a mantenere la fiducia e la speranza. Presentarsi come membri di una Famiglia rende la nostra testimonianza più credibile ed efficace e, inoltre, ci possiamo aiutare a vicenda per far crescere l'Istituto con la promozione vocazionale. Analizzando la nostra realtà si avverte la necessità di approfondire ancora il carisma orionino, per meglio conoscere il pensiero del Fondatore e incarnarlo nell'oggi della storia dell'Istituto. Dobbiamo partecipare maggiormente al Movimento Laicale Orionino, avere una presenza attiva nelle opere sociali della Congregazione e divulgare in un modo più convinto la spiritualità di San Luigi Orione.
Si sente anche la necessità di una maggiore conoscenza e attuazione della Regola di Vita. Di fatto, si potrebbe fare di più perché la "Regola" diventi, come la Bibbia, il nostro libro del comodino da letto. Tale conoscenza ci aiuterà anche nel vivere la nostra secolarità consacrata, il nostro essere nel mondo, senza essere del mondo.
Linee di azione e orientamenti per il sessennio
1.1. Promuovere la conoscenza e l'approfondimento del carisma orionino.Tenendo conto che tale conoscenza può avvenire non solo a livello teorico, si favoriscano nei diversi livelli della vita dell'Istituto la partecipazione agli eventi della Congregazione ("Per conoscere è necessario muoversi e andare alla fonte!"). Inoltre, le consacrate devono "respirare di più l'aria orionina", cioè, essere più presenti nelle opere (missioni) di Don Orione (questo è importante soprattutto per quelle che sono in formazione).
1.2. Sviluppare all'interno dell'Istituto un processo di riflessione sulla specificità della vita secolare orionina.
1.3. Incoraggiare i gruppi che, per motivi vari, non hanno la possibilità dell'accompagnamento spirituale dei Figli della Divina Provvidenza, a far riferimento, dov'è possibile, alle Piccole Suore Missionarie della Carità.
1.4. Motivare la preparazione della programmazione annuale di ogni gruppo e della regione; a tal fine si devono aiutare, con una formazione tecnica specifica,le responsabili a compiere tale mansione.
1.5. Promuovere, all'interno dei gruppi e delle regioni, lo studio e la divulgazione dei documenti pontifici. Lo stesso valga per i documenti della rispettiva Conferenza Episcopale nazionale. A riguardo, un'altra forma di identificazione carismatica è l'apostolato della visita alle famiglie per divulgare la parola del Papa.
1.6. Trovare quotidianamente i mezzi per fortificarsi nella spiritualità del Fondatore, specialmente nel compiere le pratiche di pietà, nella carità e nella comunione fraterna con gli altri membri della Famiglia orionina (per esempio,scrivendo ai FDP e alle PSMC in occasione di particolari ricorrenze).
II - Vita interiore - Formazione
Laiche tra laici, conservando una fisionomia secolare, i membri dell'ISO hanno scelto di vivere totalmente consacrate a Dio con la professione dei Consigli Evangelici. Per mantenersi pienamente fedeli a tale consacrazione e per esercitare con efficacia il loro apostolato "nelle diverse e contraddittorie situazioni del mondo in cui vivono", è fondamentale che ogni Orionina coltivi una autentica vita interiore e di pietà, con i segni tipici della spiritualità orionina.
Per l'Orionina Secolare vale sempre il monito di Don Orione: "Non ti accontentare di certo formalismo, né delle pratiche esterne di pietà. Anche le pratiche esterne di pietà ci vogliono e fanno bene; ma esse si dissolvono in nulla (...) quando la pietà (...) non fosse una vera vita interiore, una religiosità profonda, una vera coscienza individuale cristiana e retta, formata bene, quando non formassimo Gesù Cristo in noi, quando realmente non ci conformassimo in tutto a Gesù Cristo" (Regola di Vita, Art. 54).
Vita interiore e Formazione sono dimensioni che anche il Decreto Perfectae Caritatis mette in evidenza quando parla degli Istituti Secolari. Di fatto, il documento del Concilio Vaticano II avverte che i Consacrati secolari non potranno assolvere "un compito così importante" (darsi totalmente a Dio e conservare la fisionomia secolare) "se i loro membri non riceveranno una tale formazione nelle cose divine e umane da diventare realmente nel mondo un lievito destinato a dare vigore e incremento al corpo di Cristo" (cfr. PC, 11). Vita interiore coltivata nella fedeltà all'unione con Dio nei suoi momenti e dinamiche indispensabili: partecipazione all'Eucaristia "centro della propria giornata" (Art. 29); quotidiana visita adoratrice al Santissimo Sacramento (Art.29); santificazione della giornata con la preghiera delle Lodi e dei Vespri (Art.30); meditazione quotidiana di "almeno mezz'ora" (Art. 31); la devozione alla Madonna e recita quotidiana del Santo Rosario (Art. 32); confessione frequente e direzione spirituale (Art. 33); tempi di silenzio "al fine di ascoltare Dio che parla nel cuore" e giornata mensile di ritiro spirituale (Art. 34); partecipazione alla Settimana Comunitaria dell'Istituto (Art. 35); e la valorizzazione di pratiche di pietà della tradizione orionina (Art. 36).
Per quanto riguarda la Formazione, è importante tener conto che l'itinerario formativo nell'Istituto deve mirare "a favorire lo sviluppo integrale e unitario della persona nel rispetto dei suoi doni, capacità e condizioni, affinché la persona consacrata possa vivere il progetto di Dio aderendo alla vocazione secolare orionina, in generosa disponibilità allo Spirito, alle attese della Chiesa e alle esigenze della società" (Art. 52).
La nostra realtà
Analizzando la nostra realtà abbiamo constatato che è necessario uno sforzo personale, ma anche di gruppo, per intensificare la preghiera e la contemplazione. Purtroppo, ci sono ancora Gruppi e Consacrate che non hanno accesso agli strumenti di crescita spirituale. Si dovrebbe fare attenzione specialmente per quanto riguarda le candidate in periodo di formazione iniziale. Si sottolinea la necessità di privilegiare la formazione umana delle candidate, tanto quanto la loro formazione spirituale: "prima siamo donne, poi consacrate". Si avverte pure la necessità di avere una formazione adatta per affrontare e presentare la visione della Chiesa davanti alle nuove sfide del mondo di oggi (povertà, difesa della vita debole, problemi della gioventù e della famiglia). Avendo constatato alcune mancanze e disguidi, l'Assemblea ha sottolineato che a volte un determinato compito o dovere non viene eseguito per mancanza di una "formazione più tecnica" circa alcuni aspetti della vita dell'Istituto. Per esempio, il calcolo del contributo economico, la preparazione del bilancio annuale, il modo per preparare un incontro del gruppo locale e poi per stendere il verbale, ecc.
Linee di azione e orientamenti per il sessennio
2.1. Valorizzare e organizzare iniziative per la formazione delle formatrici. Appoggiare, anche utilizzando risorse economiche dell'Istituto, la partecipazione ai corsi per formatrici di durata più lunga e più sistematici e ai seminari e convegni (generalmente brevi) promossi dalle Conferenze per gli Istituti Secolari.
2.2. Sollecitare, aiutare a elaborare e verificare l'utilizzo del Piano Personale di Vita. Tenendo conto che il "convento" della Consacrata secolare è il mondo e che è necessario uno sforzo costante per rimanere unita alla Fonte per una testimonianza evangelica, il Piano Personale di Vita è un valido strumento che favorisce la perseveranza e la crescita spirituale.
2.3. Utilizzare al meglio la preghiera della Liturgia delle Ore durante gli incontri e ritiri perché diventi un costume abituale di ogni consacrata.
2.4. Preparare delle schede formative che contengano elementi di riflessione sulla Regola di Vita.
Quanto alla forma: queste schede dovrebbero essere a scadenza periodica e potrebbero prevedere un questionario alla fine della riflessione a cui la formanda deve rispondere e spedire all'incaricata.
Quanto al contenuto: per le candidate all'inizio dell'itinerario vocazionale, queste schede dovrebbero contenere anche una formazione catechetica basica e una formazione ai valori umani; per le candidate in fase di formazione permanente le schede dovrebbero trattare una formazione più specifica alla preghiera e alla contemplazione nell'azione, fornendo anche contenuti di nuova evangelizzazione che rendano la Consacrata idonea ad affrontare i problemi delle nuove povertà del
mondo di oggi (situazione delle famiglie e della gioventù).
2.5. Compilare un Vademecum che possa servire come strumento di orientamento per l'esercizio dei diversi uffici e responsabilità nell'Istituto.
2.6. Sviluppare un percorso formativo strutturato, di cui si faccia carico il Consiglio generale. Tale percorso formativo sarà poi adattato ad ogni Regione.
2.7. Trovare delle soluzioni pratiche ed efficaci per la formatrice, in modo che sia in grado di mantenere effettivamente un legame forte con la candidata. Forse in qualche Regione si potrebbe costituire un'equipe formativa che possa accompagnare a turno o per zona alcune formande.
2.8. Compilare un libro di preghiera specifico per l'ISO.
III - Vita di comunione - Comunicazione
In una lettera del 1927, rivolta ai religiosi, alle Suore e ai laici delle case di Venezia, nel momento in cui era in corso un cambiamento nel governo locale (Don Sterpi lasciava la direzione per problemi di salute e veniva nominato Don Pensa), il nostro Santo Fondatore, citando il Papa Pio X, raccomandava: "Portatevi bene nel Signore, e camminate sempre umilmente uniti e concordi alla presenza di Dio, sotto lo sguardo del Signore". Queste e altre parole di Don Orione sulla comunione e l'unità della famiglia religiosa devono essere gelosamente custodite da un membro dell'ISO. Sono un testamento spirituale che impegna la Consacrata Secolare nel dovere di collaborare perché la "Piccola Opera della Divina Provvidenza sia come una famiglia in Cristo" e lo farà contribuendo "a mantenere l'unione e la pace, perché la nostra forza sta nell'unione, il cui vincolo è Cristo" (cfr. RV, 38).
Il Papa Giovanni Paolo II, in un intervento del 1997, è ancora più specifico quando ricorda che la missione delle Consacrate Secolari non può essere ridotta "a un puro e semplice esempio di onestà, competenza e fedeltà al dovere".Questo è un "presupposto", aggiungeva. Ma oggi, in un mondo "particolarmente sensibile alla testimonianza", è quanto mai importante che i membri degli Istituti Secolari, allenandosi in "palestre di amore fraterno", "vivano intensamente la comunione fraterna" e si considerino "testimoni privilegiati del valore della fraternità e dell'amicizia cristiana", tanto necessarie "soprattutto nelle grandi aree urbanizzate". Per conservare la comunione e curare l'unità dello spirito e la vera fraternità, la Regola di Vita stabilisce alcuni principi e norme. L'articolo 39, per esempio, insiste sui principi della corresponsabilità e della collaborazione nell'Istituto che si concretizzano "nel manifestare il proprio parere in quanto concerne il bene comune; col partecipare ai programmi comunitari dell'Istituto; coll'aderire lealmente alle Responsabili cui spetta unire e coordinare nell'Istituto il dono di tutte e decidere il da farsi; coll'adempiere diligentemente i propri compiti per il bene dell'Istituto". Tenendo conto che non si prevede per l'Orionina secolare una vita comune stabile, la Regola propone alcune dinamiche e mezzi per far crescere la vita di comunione all'interno dell'Istituto. In tale senso l'articolo 40 raccomanda la partecipazione "nei vari incontri di gruppo, nei ritiri spirituali e negli incontri fraterni". La fraternità verrà assicurata anche dalle lettere, comunicazioni e contatti con le responsabili; si manifesterà anche nel momento della malattia (art. 41) e non si romperà nemmeno con la morte (art. 42).
La nostra realtà
L'Assemblea si è dimostrata particolarmente preoccupata per la situazione di alcune Consacrate che, a motivo delle distanze geografiche o per particolari situazioni, si trovano "isolate" e senza il riferimento a un gruppo specifico. Qualcuna ha riferito anche che "Nonostante il desiderio di incontrarci più frequentemente per sentirci unite, non possiamo farlo per situazioni di malattia e qualche volta anche per una reale difficoltà economica." Per le sorelle "isolate", ma anche all'interno dei gruppi, si sente la necessità e l'urgenza di una comunicazione più costante e più intensa. In tal senso, sarebbe da valorizzare ancor di più la Settimana Comunitaria: in essa si potrebbero organizzare momenti di revisione di vita, di fraternità e di condivisione. Inoltre, sarebbero utili tutte le iniziative per promuovere la comunione spirituale tra i membri dell'Istituto (per esempio, l'impegno di pregare per qualcuna che è lontana) e sarebbe auspicabile l'uso più assiduo dei moderni mezzi di comunicazione (internet). Si riconosce anche la validità del bollettino "In Unum" come un importante strumento di comunione. È doveroso promuovere la sua divulgazione ma anche curarne i contenuti.
Linee di azione e orientamenti per il sessennio
3.1. Valorizzare, specialmente all'interno dei gruppi locali, momenti e situazioni che possono creare comunione e fraternità: festeggiare i momenti di ricorrenze come i compleanni; organizzare gite e passeggiate insieme; visitare le sorelle anziane o inferme; accogliere nella propria casa una sorella che sta sola e che per qualche tempo ha bisogno di un'attenzione speciale.
3.2. Visitare le sorelle "isolate" almeno una volta all'anno. La Responsabile Regionale si faccia carico di mantenere i contatti con queste sorelle e visiti personalmente o incarichi un'altra sorella a farlo. La Responsabile Regionale può anche incaricare il gruppo locale più vicino, o una Consacrata, di responsabilizzarsi per mantenere i contatti telefonici e personali.
3.3. Convocare le Responsabili locali per partecipare ad un Consiglio Regionale allargato, almeno una volta all'anno e specialmente durante l'incontro di programmazione annuale.
3.4. Esaminare le possibilità concrete perché l'Istituto possa avere o una casa di accoglienza per le sorelle dell'Istituto che vivono la fase dell'anzianità, o non sono indipendenti e non hanno la possibilità dell'assistenza in famiglia. Sarebbe da valutare in alternativa la possibilità di formare, all'interno di una casa di riposo della Congregazione, una piccola "fraternità" dell'ISO dove anche le sorelle più giovani possano esercitare un po' di volontariato.
3.5. Incrementare all'interno dei gruppi la comprensione del valore della comunicazione e incaricare alcune sorelle a mantenere i contatti specialmente con i membri isolati.
3.6. Sfruttare meglio le possibilità dei mezzi elettronici di comunicazione, specialmente internet, per scambiare notizie dell'Istituto.
3.7. Valorizzare il sito internet e il giornalino "IN UNUM" come strumenti di comunicazione. Tale valorizzazione si esprime anche tramite l'invio di notizie e articoli di riflessione sulla Consacrazione secolare. In questo caso, spedire i testi sempre alla Responsabile Generale o Regionale, alle quali compete la decisione per la pubblicazione. Tenendo conto che questi strumenti hanno una divulgazione pubblica si potrebbe elaborare anche un foglio di collegamento interno che permetta di far circolare tra le sorelle notizie esclusivamente di famiglia, (relazioni degli incontri locali, interventi delle Responsabili, comunicazioni degli Assistenti, esperienze particolari vissute dalle sorelle). Si vede come valida anche la possibilità di creare, all'interno del Sito internet, un'area "riservata", per lo scambio di notizie e la visualizzazione di materiale strettamente di famiglia.
IV - Vita apostolica - Impegno vocazionale
"Tutta la vita dei membri degl'Istituti Secolari, consacrata a Dio con la professione della perfezione, deve convertirsi in apostolato". È un'affermazione solenne, forte e chiara del Papa Pio XII (Primo Feliciter, 6). E tale apostolato - continua il Papa - "non solo si deve esercitare fedelmente nel mondo, ma per così dire con i mezzi del mondo". Tenendo conto di questi principi, il capitolo IX della Regola di Vita, che tratta specificamente dell'impegno apostolico dell'Orionina secolare, sta a precisare qual è il fondamento di tale impegno ("vocazione cristiana che le fa membri del Corpo Mistico di Cristo") e la sua forma ("non richiede una particolare professione, attività o lavoro, né un apostolato specifico"; si esprime "soprattutto come presenza, sacrificio di sé, testimonianza, accoglienza e promozione dell'uomo, in particolare dei poveri più poveri"; anche si può impegnare in un apostolato diretto). Inoltre, precisa che l'Orionina dovrà mantenere nei confronti del mondo un atteggiamento "di apertura, di servizio e di redenzione", mantenendo il riserbo sulla propria consacrazione ed evitando "alcun segno esterno" di identificazione specifica (Cfr. Regola di Vita, art. 43-50).
Particolare attenzione merita l'articolo 45 della Regola che riguarda la natura dell'apostolato di una figlia di Don Orione. Recita: "L'Orionina vive la propria professione o attività nello spirito del Padre fondatore, che è spirito di abbandono alla Divina Provvidenza, di povertà, di amore ai poveri, alla Chiesa e al Papa. La sua vita apostolica è improntata dalla ‘strategia della carità'" sapendo che la causa di Cristo e della Chiesa "non si serve né brontolando, né a metà, né con la faccia da quaresima, ma con generosità piena e in letizia. E più ancora: in ardore di carità!" (Don Orione).
Espressione di fedeltà al carisma è anche la collaborazione all'interno della famiglia orionina, con la partecipazione alle varie iniziative proposte, con la presenza nei segretariati e nel Movimento Laicale Orionino, con la disponibilità a contribuire nelle opere e nelle attività della famiglia religiosa. Infine: un Orionina secolare che vive fedelmente la sua vocazione ed è piena di ardore apostolico non può non diffondere il dono prezioso della chiamata alla sequela di Cristo con la professione dei Consigli Evangelici. Vivere pienamente la vocazione, comunicare la propria esperienza di consacrata e - "quando si riconoscono i segni di una chiamata specifica alla consacrazione secolare orionina" - indirizzare la persona a contatti comunitari nell'Istituto, "invitando al discernimento della volontà di Dio con l'aiuto del Direttore spirituale e di una sorella incaricata dell'accompagnamento vocazionale" (cfr. articolo 58). La più grande carità verso la Chiesa e verso l'Istituto è dare vocazioni e la prima iniziativa vocazionale è la fedeltà alla propria vocazione.
La nostra realtà
Sulla vita apostolica, l'Assemblea ha detto che, in generale, siamo a "metà strada" perché non sempre siamo capaci di dare una totale testimonianza. Affrontare la realtà del mondo non è una missione facile e potrebbe essere paragonata al momento in cui, nel Vangelo, Pietro vuole camminare, come il Maestro, sulle acque. Anche la Consacrata a volte è timorosa nel dover affrontare le "acque agitate" del mondo. Uno sforzo più grande è necessario per la promozione dell'apostolato proprio dell'Orionina secolare, quello "fuori di sacrestia". Tale apostolato sarà ancora più efficace se riusciamo a vivere di più lo spirito di famiglia orionina (in relazione con tutti i rami della grande famiglia), perché la testimonianza possa essere più credibile. È necessario assicurare, per quanto possibile, la presenza dell'ISO ai principali eventi di famiglia, per essere "segno" vocazionale ("È impensabile chiedere ai sacerdoti di proporre alle giovani l'Istituto se non ci facciamo innanzitutto conoscere!").
Linee di azione e orientamenti per il sessennio
4.1. Istituire la giornata della Consacrazione secolare orionina per il 13 maggio, programmando per questa data, o per la domenica più vicina, attività diverse da realizzare insieme.
4.2. Promuovere, come Gruppo, incontri vocazionali, ritiri, incontri di preghiera e di lectio divina, momenti di convivenza e pellegrinaggi con le persone che partecipano al nostro apostolato.
4.3. Coinvolgere di più i nostri Sacerdoti e le nostre Suore negli eventi
dell'Istituto Secolare Orionino. Far conoscere a loro, tramite lettere circolari, le attività dell'Istituto.
4.4. Inserire nelle bacheche parrocchiali materiale divulgativo e informazioni sull'Istituto.
4.5. Partecipare come volontari nei casi di calamità o di eventi che necessitano solidarietà e soccorso. Se non è possibile un servizio fisicamente attivo, essere presenti per l'appoggio spirituale e morale ai volontari più giovani e alle persone colpite. Tale apostolato è efficace anche nell'assistenza alle persone abbandonate, tristi e depresse (cfr. Is 35,4) o alle famiglie colpite da un lutto, portando il messaggio meraviglioso della speranza e della fede per Instaurare omnia in Christo. Partendo dalla considerazione che la maggioranza dei membri è impegnata professionalmente, la nostra testimonianza apostolica può essere individuale, non programmata ed esercitata nella pratica concreta del quotidiano. Secondo la Regola di Vita (Art. 43-50) siamo come "agenti segreti" inseriti in mezzo alla società, mantenendo riserva sulla propria vocazione ed evitando segni esterni di identificazione.
V - Altri temi
5.1. Limitazioni per l'ingresso all'Istituto
Da tutte le Regioni è arrivato un appello per riconsiderare l'età di ammissione delle candidate nell' Istituto. Si discute e si vota in un primo momento la proposta di stabilire un limite più alto di quello proposto dalla Regola di Vita. Alla fine è prevalso l'orientamento di non chiedere, in questo momento, una revisione del testo della Regola alla Santa Sede. La norma dei 35 anni continua come riferimento ideale e regolare per l'ingresso nell'Istituto. Tuttavia, l'Assemblea autorizza una maggiore "larghezza" al riguardo raccomandando che le eccezioni siano ben valutate secondo i casi e approvate dal Consiglio generale.
Per quanto riguarda la questione degli eventuali ingressi di vedove in seno all'Istituto è emerso che esistono altre forme di consacrazione specifica per loro anche all'interno della famiglia orionina. L'Istituto secolare ha una fisionomia ben precisa e come norma non può accettare vedove. Tuttavia,
l'Assemblea ritiene che si può considerare, con rigore, caso per caso, qualche eccezione alla Regola.
5.2. Gruppo polacco
Tenendo conto della crescita anche numerica del Gruppo e delle poche possibilità di un rapporto più concreto con la Regione Italia (motivi di lingua e distanza), l'Assemblea ha definito il Gruppo Polacco come gruppo in formazione e pertanto dipendente direttamente dal Consiglio Generale.
5.3. Assistenti Spirituali
Per una maggiore chiarezza sull'identità degli Assistenti Spirituali sarebbe ottimale organizzare, almeno una volta nel sessennio, d'accordo con il Superiore Generale, un incontro a livello generale dei vari Assistenti. Se tale orientamento diventa difficoltoso, potrebbe essere comunque valido un incontro per Regione.
5.4. Questioni di segreteria
Organizzare gli archivi. Si ricorda che i documenti necessari sono: cartelle personali (scheda personale compilata con tutti i dati; documenti come elencati nell'articolo 61 della Regola); documenti dei vari passaggi una volta accolta nell'Istituto; corrispondenza con le Responsabili; Cartella dei testamenti; Cartella dei bilanci personali annuali; Registro dei Verbali di adunanza; Registro di protocollo e Libro Cassa.
Per l'ordine e il buon andamento dell'Istituto è necessario attenersi a delle disposizioni confermate nelle diverse riunioni del Consiglio generale:
- Dopo ogni riunione di Consiglio regionale inviare copia del verbale, firmato, alla Direzione generale.
- Dai Gruppi locali, dopo l'incontro mensile, si invii copia del verbale alla Responsabile regionale
- Tenere in ordine il registro dei verbali
- L'amministratrice curi la compilazione del registro di cassa
- Gruppi non costituiti in regione, dipendono dalla Direzione generale: La dipendenza riguarda la documentazione, le relazioni, il contributo annuale
- Piano formativo: adattato alle varie culture ma inviato alla Direzione generale
- Accompagnamento delle nuove candidate
- Puntualità nella trasmissione dei documenti relativi ai vari passaggi
- Ammissione di candidate con età superiore a quella stabilita (rivedere la norma)
- Tenuta piccolo archivio locale e regionale
- Precisione delle incaricate (Segretarie - Amministratrici) nella tenuta dei libri relativi al compito loro affidato
- Le Responsabili regionali facciano a fine anno una relazione sulla vita dei gruppi e la inviino alla Responsabile Generale entro il mese di dicembre. Per rispondere a questo dovere con puntualità, esigere dalle Responsabili locali la relazione annuale prima che termini l'anno.
1°) Lodiamo il Signore per l'accompagnamento spirituale che negli anni i Figli della Divina Provvidenza hanno assicurato all'Istituto. Un accompagnamento fatto di generosità, di impegno, sollecitudine, affetto fraterno, volto a favorire la fedeltà al carisma orionino di cui è garante il Direttore generale e quindi gli assistenti spirituali che lo rappresentano.
2°) Lodiamo il Signore per le nuove vocazioni sorte nelle diverse parti del mondo e specialmente per la crescita dell'ISO in Polonia e la sua nascita in Africa.
3°) Ringraziamo il Signore per la "nuova" famiglia spirituale di cui facciamo parte, formata da persone che condividono la stessa scelta di vita, lo stesso carisma, la stessa passione per le cose di Dio e che è inserita nella grande, pur piccola, Opera della Divina Provvidenza.
4°) Ringraziamo il Signore per la vita di grazia che ci dona. Infatti, attraverso la preghiera e la partecipazione all'Eucaristia ci introduce più intimamente nella comunione di vita con la Santissima Trinità per una testimonianza evangelica, ciascuna nel proprio ambiente di vita, di lavoro, mediante l'esercizio della carità, per portare tutti a Dio, alla Chiesa, al Papa.